La giunta Toti approva, il Tar sanziona e i cittadini pagano
La Giunta Regionale ha sbagliato approvando una norma illegittima per favorire la caccia sui terreni percorsi dal fuoco. Ma le sanzioni verranno pagate dai Liguri. Una valutazione dei danni ambientali che penalizzeranno tutti.
La Giunta Regionale della Liguria, nonostante le proteste delle associazioni ambientaliste, approvò una norma che limitava a soli tre anni il divieto di caccia sui terreni percorsi dal fuoco. Questo provvedimento adottato in consapevole spregio della normativa nazionale, era un evidente favore alle attività venatorie.
Ora a farne le spese saremo noi cittadini perchè, oltre agli incalcolabili danni ambientali, dovremo far fronte al pagamento delle sanzioni stabilite dal TAR della Liguria (sentenza n.828 pubblicata il 4 ott. 2022).
Da tempo il WWF aveva insistito sulla necessità di rispettare scrupolosamente il divieto di caccia, per dieci anni sui terreni percorsi dal fuoco – come prescritto dalla Legge 353/2000 art.10 – oltre a sollecitare il rinvio o la sospensione dell’ attività venatoria anche nelle zone confinanti.
Anche l’ “Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica” aveva rivolto un richiamo al “Ministero dell’Ambiente” affinché venisse esercitata una “responsabile azione di vigilanza sulla caccia”, mirata a limitare fortemente questa attività distruttiva della biodiversità anche in zone contigue a quelle percorse dal fuoco, dove si rifugiano e si concentrano gli animale scampati alle fiamme, in condizioni di grave stress e con pericolosi fenomeni di sovraffollamento (Legge 157/1992).
Secondo una stima della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), in un ettaro di macchia mediterranea che brucia, oltre alla distruzione dell’inestimabile patrimonio verde, muoiono in media 400 animali selvatici, tra uccelli, rettili e mammiferi.Questi aspetti, seppur molto negativi, sono oggetto di attenzione quasi esclusivamente da parte di Enti e associazioni che a vario titolo si dedicano alla tutela della fauna e dell’ambiente, lasciando per lo più indifferente la maggior parte dei mass media.
Entrando in modo più preciso su un tema così importane, possono essere utili alcuni approfondimenti.
Gli incendi che si sviluppano nel periodo primaverile, o estivo, colpiscono non solo il singolo esemplare adulto, mammifero, uccello o rettile che sia, ma incidono in modo drammatico sul ciclo riproduttivo degli animali, in quanto appare evidente che se l’adulto può trovare vie di fuga al sopravanzare del fuoco, le cose stanno diversamente per i cuccioli in tana, i nidacei e le uova deposte nei nidi, che non avranno scampo.
Quindi il fuoco rappresenta un pericoloso fattore limitante per il successo riproduttivo delle popolazioni animali e induce interferenze negative sulla dinamica delle stesse negli anni successivi.
Viene distrutta una innumerevole quantità di specie della microfauna che vive nel terreno.
Oltre ai cuccioli ancora da svezzare e agli uccellini nei nidi, è poco noto il fatto che anche per i pipistrelli la possibilità di scampare al fuoco è assai limitata in quanto essi, oltre a stare nelle grotte, passano molto tempo nelle cavità dei tronchi d’albero.
I rettili usano trovare riparo sotto le rocce, ma queste durante un incendio diventano incandescenti finendo per ustionarli e ucciderli, perchè la loro pelle è estrememente sensibile al calore (anche le esalazioni prodotte dal fuoco non permetteranno loro di salvarsi).
Subiscono inoltre danni rilevanti le specie letargiche o semiletargiche, come i ghiri, gli scoiattoli, i ricci e i tassi che non hanno la prontezza di fuggire di fronte al pericolo.
In generale, per tutti gli animali, la distruzione dell’habitat nell’imminenza dei rigori invernali significherà la morte, venendo essi ad essere privati del nutrimento e del riparo.
Infine una valutazione sul microclima delle aree attraversate dal fuoco: Per la mancanza di alberi il microclima si modifica a causa della la maggior quantità di radiazione solare che raggiunge il suolo; in questo modo si produce un aumento dell’escursione termica e la “ricolonizzazione” da parte delle diverse specie subisce squilibri, seguendo ritmi molto differenti.
Gli equilibri degli ecosistemi sono complessi e la loro conoscenza diventa sempre più importante per poter evitare ulteriori danni all’unico patrimonio naturale che ci consente di vivere.
Loredana Gallo – Roberto Delfino – Gabriello Castellazzi
Europa Verde – Verdi del savonese